L'Amiga ha sempre avuto una notevole peculiarità riguardo la sua interfaccia a linea di comando, o prompt dei comandi per usare una terminologia più nota ai più. Quest'ultima, difatti, girava come processo sopra l'interfaccia grafica di base. Su tutti gli altri sistemi, invece, è sempre stato l'ambiente grafico a girare come processo lanciato da CLI o simile!
Già questo fa capire quanto fosse peculiare la macchina acquisita da Commodore. Il CLI, con l'evolvere di Amiga OS venne dapprima affiancato e poi sostituito dalla Shell, un'interfaccia a riga di comando avanzata, con tutte le più note funzionalità dei tipici sistemi Unix e altro ancora, squisitamente amighevole.
Non mancarono componenti di terze parti, come l'arcinoto KingCon, che estendevano ulteriormente le già buone capacità della Shell di Amiga.
E agli albori faceva scalpore l'aprire una finestra CLI, posizionarsi in un path magari pieno zeppo di files e digitare un bel list. Il tutto, ovviamente, simultaneamente ad almeno un altro paio di processi simultanei, così tanto per shockare gli utenti del resto del mondo informatico e far rimanere fermamente impresso nella loro mente, per sempre, cosa volesse dire la parola multitasking.
Ma la CLI e la Shell servivano, soprattutto, a fare cose impossibili da realizzare con il Workbench e la sua interfaccia, un pò come si continua tutt'ora a fare nel mondo Linux. Si scrivevano veri e propri programmi con i tanti comandi a disposizione, degli script in gergo, che andavano dall'utile al futile. In special modo, si creavano propri comandi personalizzati, magari anche semplicemente utilizzando il comando alias, insomma si arricchiva e si abbelliva il proprio Amiga a piacimento.
Un feeling che difficilmente si può provare su altre macchine con altri sistemi operativi, super-personalizzabilissimo Linux incluso! E scusate se è poco.
Grazie CLI (e Shell, ovviamente), grazie Amiga.