domenica 16 gennaio 2011

Silmarlis: vive la France!


Al giorno d'oggi i videogame parlano solo ed esclusivamente inglese, si sa. Intendo come lingua originale, tralasciando le ovvie localizzazioni nella nostra e in altre lingue (quando vengono fatte!).
Ma agli albori dell'epopea Amiga le cose erano piuttosto diverse. Non era poi così tanto raro trovare software, non solo videoludico, che parlasse un idioma differente da quello di Albione.


E' il caso, per citarne un paio, di Manhattan Dealers e di Targhan, entrambi creati dai geni d'oltralpe della Silmarils, ovviamente una software house francese per chi fosse poco avvezzo ai modi di dire.

Ricordo nitidamente l'introduzione audio di Manhattan Dealers, assolutamente patetica sotto un certo punto di vista, quello linguistico per l'esattezza. C'era questa voce, con un accento francese che più francese non si può, che tentava alla meno di peggio di pronunciare il titolo in inglese. Il risultato era assolutamente esilarante, tanto da sembrare un film comico stile Pantera rosa.
"Silmaril pr'san', Man'atton Diil'lls".
Da ascoltare a tutti i costi prima di morire! Il gioco invece era di una brevità e ripetitività allucinante, eppure prendeva un sacco. Incitava a giocarci e rigiocarci, nonostante i suoi controlli schifosi e legnosi.


Con Targhan andava forse un pochino meglio, ma paradossalmente attirava di meno del primo. Forse fu colpa dell'ambientazione. Probabilmente all'epoca lo scenario urbano con le gang assassine attirava di più, o semplicemente vista la giovane età di Amiga all'uscita di Manhattan Dealers, l'utenza era più avvezza a perdonare le mancanze d'estro e tecniche dei nuovi software. O forse era un misto di tutti questi fattori e altri ancora. Insomma, misteri della mente umana!

Nel bene e nel male, quella era l'Amiga dei tempi d'oro e pertanto a Silmarils bisogna dire grazie, con tanto di levata di cappello. Almeno per averci provato.
Piccola curiosità: la Silmarils si è estinta e i suoi componenti hanno poi fondato la misconosciuta EverSim. Googlare per credere.